Dopo il grande successo dello speciale allestimento proposto al Teatro Anatomico dell’Antico Spedale del Ceppo in giugno per il “Pistoia TEATRO Festival”,La Signorina Else di Arthur Schnitzler inaugura, nella nuova versione da palcoscenico, la stagione di prosa del Manzoni per Pistoia Capitale Italiana della Cultura (Piccolo Teatro Mauro Bolognini, 24 ottobre , dal 26 al 29 e 31 ottobre, feriali ore 21, festivo ore 16). In programma anche tre recite per le scuole medie superiori del Progetto “A scuola di Teatro” (due al Bolognini e una al Montand di Monsummano). Per il ciclo “Il Teatro si racconta” la compagnia incontrerà il pubblico sabato 28 ottobre (ore 17) al Piccolo Teatro Bolognini; coordina Gabriele Rizza, critico di teatro. Con lo spettacolo prosegue la ricognizione di Federico Tiezzi sul grande scrittore austriaco, tra i principali cantori della decadenza e del crollo dell’Impero Austro-Ungarico.

 

Nel ruolo di Else, un’attrice di straordinaria intensità, Lucrezia Guidone, scoperta da Luca Ronconi che l’ha voluta in tre dei suoi ultimi spettacoli (per In cerca d’autore ha vinto numerosi premi tra cui l’Ubu come miglior attrice Under 30) e già diretta da Tiezzi in Calderón; in questo periodo è al cinema con La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi e nel 2018 sarà protagonista di Antigone al Teatro di Roma, sempre per la regia di Tiezzi. Al suo fianco Martino D’Amico dà mirabilmente voce e corpo al mellifluo personaggio del Signor Dorsday, sponda dialettica del conflitto principale illustrato nel testo.L’accompagnamento musicale è affidato a Dagmar Bathmann (violoncello), Omar Cecchi (pianoforte e percussioni), Dusan Mamula (clarinetti). Gregorio Zurla firma la scena, i costumi sono di Giovanna Buzzi, le luci di Gianni Pollini, i movimenti coreografici di Giorgio Rossi. 

Lo spettacolo rinnova la felice collaborazione tra Compagnia Lombardi-Tiezzi e Associazione Teatrale Pistoiese, dopo il successo de L’apparenza inganna di Bernhard. 

La traduzione, a cura di Sandro Lombardi (autore della drammaturgia assieme a Fabrizio Sinisi e Federico Tiezzi), tende a evidenziare l’uso di una lingua desintattizzata, in Schnitzler ancora in nuce, che troverà la sua massima espressione in un altro grande drammaturgo viennese, Thomas Bernhard, non a caso anch’esso molto frequentato da Federico Tiezzi e da Sandro Lombardi. 

Tratto dalla novella del 1924, uno dei massimi capolavori dello Schnitzler novellista, è un testo mirabile, incentrato sul battito tumultuante dei pensieri che si affollano nella mente di Else, l’adolescente altera’, vivida e appassionata, su cui incombe una catastrofe familiare. Bella e virtuosa fanciulla, in vacanza a San Martino di Castrozza, che viene presa in contropiede dalla richiesta dei genitori che necessitano di una grossa somma di denaro. È la madre stessa che, con cinismo atroce, invita la figlia a vendersi per salvare la famiglia: l’unico modo per ottenere il denaro è chiederlo a un ricco che da tempo la corteggia. Tutto il testo vive delle reazioni di Else a questa richiesta. 

L’autore impiega in questo racconto la tecnica del monologo interiore, il flusso di coscienza, attraverso il quale i pensieri e le contraddizioni del personaggio vengono alla luce con straordinaria potenza. Un testo di spietata radiografia di una società corrotta fin nel nucleo familiare che, invece di proteggere i suoi figli, li immola senza pietà: una vera e propria tragedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta solo ai propri istinti e ai propri falsi valori. Schnitzler fonde in uno strepitoso, vibrante monologo interiore le fantasticherie, le paure, l’orgoglio adolescenziale e le vere e proprie allucinazioni a cui l’incresciosa situazione spinge la fanciulla, fino a portarla al suicidio. Il testo si inserisce nel clima della grande cultura viennese della finis Austriae,  pervasa da scoperte artistiche che ne faranno il luogo di nascita della cultura moderna del Novecento.

Collega e corrispondente epistolare di Siegmund Freud, Schnitzler svolge sul piano artistico un’analoga funzione a quella del grande medico viennese sul piano psicologico: una sorta di scoperchiamento di un vero e proprio vaso di Pandora che fino allora aveva tenuto nascoste le pulsioni ‘innominabili’ di un’intera società e che, nel nostro caso, intrecciano la centralità della figura paterna, il fascino-repulsione verso il ricco signor von Dorsday, l’attrazione verso il cugino Paul, il piacere che la ragazza prova nel provocare, seminuda sul terrazzo della sua stanza, due giovanotti che la fissano esterrefatti dal lago…

Siamo insomma di fronte a una vera e propria vivisezione del cuore di Else, al contempo impietosa e carica di pietà: l’autore ce la mostra nelle sue più riposte oscillazioni psichiche, in una simultaneità di impulsi e contro-impulsi che la conducono al delirio. 

I biglietti da 10,00 a 25,00 sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112. 

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Pistoia Capitale Italiana della Cultura

ultimo aggiornamento: 23-10-2017


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